“Non che il suicidio sia sempre follia. Ma in genere non è in un eccesso di ragione che ci si ammazza.”

Voltaire

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“Non più dunque agli uomini mi rivolgo, ma a te Dio di tutti gli esseri, di tutti i mondi e di tutti i tempi. Se è permesso a deboli creature perdute nell’immensità e impercettibili al resto dell’universo osar domandare qualcosa a te, a te che hai dato tutto, a te i cui decreti sono immutabili quanto eterni, degnati di guardar con misericordia gli errori legati alla nostra natura. Che questi errori non generino le nostre sventure. Tu non ci hai dato un cuore perché noi ci odiassimo, né delle mani perché ci scannassimo. Fa che ci aiutiamo l’un l’altro a sopportare il fardello d’una esistenza penosa e passeggera. Che le piccole diversità tra i vestiti che coprono i nostri deboli corpi, tra tutte le nostre lingue insufficienti, tra tutti i nostri usi ridicoli, tra tutte le nostre leggi imperfette, tra tutte le nostre opinioni insensate, tra tutte le nostre condizioni ai nostri occhi così diverse l’una dall’altra, e così uguali davanti a te; che tutte le piccole sfumature che distinguono questi atomi chiamati uomini non siano segnali di odio e di persecuzione; che coloro i quali accendono ceri in pieno mezzogiorno per celebrarti sopportino coloro che si accontentano della luce del tuo sole; che coloro i quali coprono la veste loro di una tela bianca per dire che bisogna amarti non detestino coloro che dicono la stessa cosa portando un mantello di lana nera;che sia uguale adorarti in un gergo proveniente da una lingua morta, o in un gergo più nuovo; che coloro il cui abito è tinto di rosso o di violetto, che dominano su una piccola parte di un piccolo mucchio di fango di questo mondo e che posseggono alcuni frammenti arrotondati di un certo metallo, godano senza orgoglio di ciò che essi chiamano grandezza e ricchezza, e che gli altri guardino a costoro senza invidia;perché tu sai che nulla vi è in queste cose vane, né che sia da invidiare né che possa inorgoglire. Possano tutti gli uomini ricordarsi che sono fratelli! Che essi abbiano in orrore la tirannide esercitata sugli animi, così come esecrano il brigantaggio che strappa con la forza il frutto del lavoro e dell’industria pacifica! Se i flagelli della guerra sono inevitabili, non odiamoci però, non laceriamoci a vicenda quando regna la pace e impieghiamo l’istante della nostra esistenza per benedire ugualmente, in mille lingue diverse, dal Siam sino alla California, la tua bontà che questo istante ci ha dato”


“Non è il viso che colpisce, ma le espressioni... non è il corpo che ci piace, ma il modo in cui si muove... non è spesso l'aspetto fisico che ci attrae... ma sono i modi di fare di una persona.”


“Questa ridicola debolezza è forse una delle nostre inclinazioni più funeste: c'è qualcosa di più sciocco del voler portare continuamente un fardello che vorremmo sempre gettare a terra? Di avere orrore della propria esistenza e di tenersi aggrappati alla propria esistenza? Insomma di accarezzare il serpente che ci divora, finché ci abbia mangiato il cuore?”


“[la vendetta] è il solo farmaco che ci sia contro il dolore, tutto quello che si è trovato per non impazzire, è la droga con cui ci rendono capaci di combattere.”


“Il difetto di giudizio è propriamente quello che si chiama stupidità, difetto cui non c'è modo di arrecare rimedio. Una testa ottusa o limitata, alla quale non manchi altro che un conveniente grado di intelletto […], si può ben armare mediante l'insegnamento fino a farne magari un dotto. Ma, poiché in tal caso di solito avviene che sia sempre in difetto di giudizio […], non è raro il caso di uomini assai dotti, i quali nell'uso della loro scienza lasciano spesso scorgere quel tal difetto, che non si lascia mai correggere.”


“Quello che sto dicendo" sussurrò, talmente vicino al suo orecchio che il suo respiro le mandò un brivido in tutto il corpo, "è che forse la vita ci dividerà. Ma, a meno che non sia tu a volerlo, non sarò io a farlo".”