“[...] Lei sa meglio di me che ho lasciato andar via Camille dieci volte pensando sempre che il treno sarebbe ripassato l'undicesima, il giorno in cui fossi stato pronto. Ed è proprio allora che non passa più. - Non si sa mai con gli scambi. - Ai treni, come agli uomini, non piace girare in tondo. Alla lunga si innervosiscono.”

Fred Vargas

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“«Che bel quadretto,» commentò. «I tre evangelisti aggrappati gli uni agli altri si apprestano all'ascensione impossibile.»«Accidenti,» disse Mathias sollevando Lucien, «perché gli abbiamo dato il terzo piano?»«Mica sapevamo che beveva come una spugna,» disse Marc. «E poi ti ricordo che non si poteva fare diversamente. L'ordine cronologico prima di tutto: al piano terra l'ignoto, il mistero originale, il disordine generale, il magma primordiale, insomma, le stanze comuni. Al primo piano, vago superamento del caos, qualche modesto tentativo, l'uomo nudo si raddrizza in silenzio, insomma, tu, Mathias. Risalendo la scala del tempo...»«Cosa c'è da gridare?» domandò Vandoosler il Vecchio.«Sta declamando,» disse Mathias. «È pur sempre un suo diritto. Non ci sono orari per gli oratori.»«Risalendo la scala del tempo,» continuò Marc, «scavalcata l'antichità, l'agevole ingresso nel glorioso secondo millennio, i contrasti, gli ardimenti e gli stenti medievali, insomma, io, al secondo piano. Dopodiché, al piano superiore, il degrado, la decadenza, il contemporaneo. Insomma, lui,» pro- seguì Marc scuotendo Lucien per un braccio. «Lui, al terzo piano, che con la sua vergognosa Grande Guerra chiude la stratigrafia della Storia e della Scala. Ancora più su il padrino, che in un modo tutto suo porta avanti lo scardinamento del presente.»Marc si fermò e tirò un sospiro.«Capisci che, anche se sarebbe più pratico sistemare questo qui al primo piano, non possiamo mica permetterci di sconvolgere la cronologia rovesciando la stratigrafia della scala. La scala del tempo è tutto quel che ci resta, Mathias! Vuoi buttare all'aria la tromba delle scale, che è l'unica cosa che abbiamo messo in ordine? L'unica, caro mio! Non possiamo permettercelo.»”


“L'ho lasciata fare. Non ho detto che sarebbe andato tutto bene. Non ho fatto lo sforzo di consolarla. A volte è meglio lasciare le cose come sono, lasciare che il dolore faccia il suo corso.”


“Tanto per dire, non ho mai lasciato una donna. Il che non significa che non abbia prestato la mia collaborazione passiva affinché un rapporto si estinguesse a fuoco lento. Anzi, nell’omissione di soccorso sentimentale sono stato recidivo, se proprio devo confessare l’illecito. Ma rimanere inerti mentre una relazione annaspa non è la stessa cosa che dire «senti io non voglio più stare con te e questo è quanto».”


“Forse è sempre così. Forse c'è sempre uno dei due che vuole di più. Forse arriva per tutti il momento in cui ci si rende conto di aver involontariamente mentito dicendo ti amo, mi manchi, sei bella, sei la più bella, non vorrei mai che te ne andassi. Forse quel momento passa e tutto torna vero, vero quanto hai sempre pensato che fosse. O forse non passa. Se il momento passa, sarebbe saggio decidere di aspettare con calma. Se non passa, allora forse non bisognerebbe aspettare: bisognerebbe trovare un'altra persona alla quale si possono dire quelle cose senza mentire. Ma forse succede sempre, chiunque si cerchi di amare, nel qual caso si può benissimo restare dove si è, perché con chiunque altro si ripeterebbe lo stesso processo. (Pag. 163, Cose da salvare in caso d'incendio)”


“Non è il viso che colpisce, ma le espressioni... non è il corpo che ci piace, ma il modo in cui si muove... non è spesso l'aspetto fisico che ci attrae... ma sono i modi di fare di una persona.”


“La sua cecità intellettuale non gli permetteva di capire che questi fratelli, con istinto sicuro, hanno orientato la loro rivolta verso il nemico primo della libertà: il potere. E qual è il potere che li opprime, che nega loro il diritto alla terra, alla cultura, all'uguaglianza? Non è forse la Repubblica? E se sono armati per combatterla ciò significa che hanno indovinato anche il metodo, l'unico che posseggono gli sfruttati per spezzare le loro catene: la forza.”